{ Conosco una lingua straniera. Posso diventare traduttore?
Questa domanda è apparsa in varie forme sulla pagina in facebook, ma appare da sempre anche nelle mailing list per traduttori. E’ una delle molte domande che si pongono coloro che studiano lingue quando devono decidere che strada percorrere.
Sono costretta a rispondere a questa domanda in base alla mia esperienza personale. Ventisei anni di lavoro di cui undici come freelance traduttrice non sono pochi, ma non bastano a nessuno per dare risposte univoche o valide per tutti. Rispondo quindi a modo mio, con pensieri miei, che ho maturato soprattutto nell’arco degli ultimi dieci anni, sia traducendo come freelance, sia parlandone moltissimo con colleghi e clienti.
Chi conosce una lingua straniera oltre alla propria madrelingua può ovviamente diventare traduttore. La risposta è quindi si, puoi diventare traduttore, purché distingui fin dall’inizio, tradurre da guadagnare soldi traducendo. Sono due competenze diverse con due diversi processi di crescita; due diversi percorsi personali.
Prima si diventa traduttori, poi freelance. Pretendere di diventare entrambi nello stesso identico istante o con lo stesso identico percorso, non è logico, per un semplice motivo. Per poter guadagnare dei soldi, bisogna avere qualche cosa di specifico da offrire alle aziende disposte a pagare quella cosa specifica. Un disegnatore, sa disegnare. Un copywriter sa scrivere. Le aziende assumono chi sa scrivere o chi sa disegnare o chi sa una lingua straniera. Assumendo un giovane disegnatore, l’azienda è disposta, per motivi suoi economici, a far crescere quel giovane all’interno dell’azienda, sotto la sua protezione, supervisione e responsabilità . L’azienda ha il suo tornaconto: lo modella a seconda delle sue esigenze (e inizia con uno stipendio più basso che aumento col tempo, con l’esperienza).
L’azienda si rivolge al freelance invece, quando ha un problema momentaneo da risolvere. Deve trovare la persona giusta che gli risolve quel problema, in quel momento, nei migliori dei modi e al prezzo giusto. Il freelance fa quindi il caso suo: è una figura professionale già cresciuta, che ha maturato le proprie specifiche competenze per conto suo. Il freelance si distingue inoltre da un dipendente, non perché sa tradurre o sa disegnare, ma perché ha maturato una competenza che i dipendenti fissi non hanno e non maturano: sa immedesimarsi nelle esigenze di un cliente qualunque che non conosceva fino al momento dell’incontro specifico. La capacità di saper valutare il contesto in cui si inserisce un problema di un cliente, determina il valore economico di un servizio prestato da un freelance. La sua specifica competenza – quella di saper tradurre – passa in terzo piano; diventa scontata, quasi totalmente ininfluente nella scelta di un freelance o di un altro.
Che strada percorre allora una persona per diventare innanzitutto un traduttore?
In primo luogo, quella dello studio. Se non ami studiare; se non sei un appassionato della tua madrelingua in particolare, né delle lingue in generale; se scrivere non ti attrae; se detesti la grammatica e l’analisi logica di qualunque lingua; se non ti piace leggere e ti spaventano i soggiorni lunghi all’estero, allora diventare traduttore non fa per te. Se non ti attraggono le culture diverse dalla tua; se rifiuti i gusti diversi; se non ti definisci curioso e non hai un particolare senso per le sfide o per risolvere i problemi tuoi, quelli degli altri, e quelli in generale, allora non sei nato per fare il traduttore.
In modo particolare, nella pratica, tradurre per mestiere equivale a studiare per soldi. Tradurre è concentrarsi dalla mattina alla sera su contenuti, parole, significati che non conosci o che non fanno parte della tua vita privata e personale. E’ occuparsi, scrivendo, delle esigenze altrui. E’ leggere, comprendere e ri-esprimere, testi scritti da altri. E’ immergersi in contesti di vita e di lavoro a te estranei con il solo scopo di capire un determinato contenuto che tu dovrai ri-scrivere in quel preciso momento nella tua lingua, con parole che non sono tue.
Tradurre è comprendere. Sia i testi che il loro contesto economico. La tua conoscenza della lingua straniera dovrà quindi diventare tale da poter escludere ogni interpretazione sbagliata. Tale da saper decidere di volta in volta se sei in grado o meno di comprendere un testo fino ad un punto tale da saperlo ri-esprimere, ri-scrivere nella tua lingua, con più o meno la stessa cognizione di causa con cui è stato composto e scritto dall’autore. Tale da saper discernere tra gradi di difficoltà , tra uno stile e l’altro, tra i vari contesti pratici, reali ed economici in cui si collocano i testi di cui si servono le aziende.
Tradurre è scrivere. Puoi essere un asso nel capire tutte le sfumature di una lingua straniera, espressa in tutte le sue forme (scritte), ma se non sei disposto a diventare innanzitutto un esperto scrittore della tua lingua, tradurre non fa per te. Diventare traduttore è prepararsi a dover diventare lo scrittore versatile di altri, accettando una serie di limiti alla tua libertà e creatività personale: non inventerai né storie né trame; non userai il tuo stile. Dovrai imparare a scegliere lo stile che più si addice al contesto economico, allo scopo e al lettore dei testi che dovrai tradurre. Potrai decidere fin dall’inizio di limitare i campi in cui diventare esperto, ma dovrai in ogni modo essere disposto a dover esplorare sempre campi nuovi.
Dovrai imparare a prendere da solo tutte le decisioni inerenti al processo di traduzione: le decisioni rispetto alle scelte di parole, frasi, testi, stili. Dovrai accettare fin dall’inizio che la strada, lunga e lenta, da percorrere per acquisire le conoscenze e le esperienze che ti faranno diventare un traduttore consapevolmente competente, è lastricata soprattutto di errori e di dubbi che dovrai elaborare e pagare da solo. Decidere consapevolmente di fronte ad ogni problema (parola, frase, stile) quale sia l’unica soluzione corretta da adottare, include acquisire di caso in caso i dati necessari e saper ragionare in modo logico.
Tutto questo si impara indossando, di giorno in giorno, i panni del traduttore. Non necessariamente guadagnando dei soldi traducendo. Puoi tranquillamente fare mille mestieri. Basta non dimenticare mai che il tuo scopo è quello di diventare traduttore. C’è anche chi fa il percorso inverso: inizia la propria vita di studi e di lavoro su una strada lontana dalle lingue. Quella strada lo porta magari a conoscere una lingua straniera, a conoscere molto bene un campo specifico e ad imparare a scrivere molto bene la propria lingua. Un giorno scopre di aver fatto il percorso del traduttore. Entrambi possono diventare freelance. Purché siano disposti ad accettare che di un nuovo percorso di crescita personale si tratta, con una serie di problematiche sconosciute, da imparare a risolvere nei migliori dei modi. Da soli e per se stessi.
Frauke
Bellissimo post. E lo dico da aspirante traduttrice che ha ancora molta, molta strada davanti. Continuo a studiare, nonostante le mille persone che mi chiedono "ma se conosci la lingua che altro devi studiare?".
Grazie mille per le informazioni. Mi piacerebbe intraprendere la carriera di traduttrice di audiovisivi (sottotitoli), ma ho un piccolo problema. Ho quasi 40 anni, un lavoro fisso e nessuna laurea… Secondo lei ho qualche possibilitĂ ? Da tempo seguo blog e siti di traduttori professionisti e freelance, ma tutti i vostri consigli sono indirizzati a neolaureati o giovani traduttori. Significa che senza un titolo di studio non ci sono speranze?
Davvero un post interessante, e da aspirante traduttrice è bello (e motivante) riconoscere alcune proprie qualità o passioni in quelle richieste per la professione.Ma i problemi pratici restano: dopo la laurea triennale e la specialistica in traduzione (e interpretariato), qual è il percorso da intraprendere?Io sto per finire la specialistica, non mi sento ancora pronta per diventare freelance, ma non posso nemmeno fare un master e continuare solo a studiare (spendendo molti soldi) senza fare esperienza. Qualche consiglio? Affidarsi ad un agenzia potrebbe essere una soluzione?Grazie per questo blog e la pagina facebook, sempre ricchi di informazioni interessanti!
Io devo dire che, nonostante mi riconosca nel profilo del "perfetto traduttore", sono abbastanza demotivata, in quanto non sono ancora riuscita a costruirmi un giro di clienti.Ho dalla mia una certa esperienza tecnica che mi dovrebbe rendere più appetibile di un neolaureato senza esperienza, però non succede niente. Le richieste di traduzione che mi arrivano hanno prezzi veramente da fame!Se invece parliamo dell'ambito letterario è ancora peggio.Purtroppo conosco traduttori che, a mio parere, non sono molto in gamba, ma che hanno trovato lavoro casualmente, per un vero e proprio colpo di fortuna che nulla ha a che vedere con le doti personali.E allora io cosa posso fare, veramente, per promuovermi?
Per Nicoletta: il tuo "piccolo" problema è il tuo punto forte invece, è l'etĂ giusta per pensare ad un lavoro gestito autonomamente. Io ne vedo un altro però. "sottotitoli". Se ti piacciono solo quelli, resta dove sei, al tuo lavoro fisso e traduci sottotitoli nel tuo tempo "libero". E' uno dei settori piĂą sottovalutati sia da traduttori che clienti ed è insieme quello piĂą internazionalizzato; da qualche anno a queste parti gran parte in mano a poche aziende grandi. Dirti "cerca di ottenere dei prezzi decenti per tradurre sottotioli, è come dirti "diventa prima famoso come attrice, così potrai chiedere quello che vuoi". Quindi, se vuoi diventare freelance come traduttrice, dovrai aggiungere altri interessi o campi in cui ti senti tranquilla – o perchĂ© fanno parte dei tuoi hobby, o perchĂ© li hai imparato a conoscere bene nel tuo lavoro fisso. Direi che il consiglio migliore da darti, è quello di sondare il terreno, il tipo di clienti, i prezzi, i tuoi settori aggiuntivi, il tuo networking per trovare clienti. Scrivere una presentazione di te stessa e delle tue competenze come "curriculum" con cui farti conoscere alle aziende (lascia perdere immediatamente le agenzie italiane, cercane eventualmente qualcuna all'estero). Studiarti online tutto quello che deve sapere fare un freelance: negoziare per ottenere prezzi e condizioni soddisfacenti per entrambi le parti; calcolo di fatturato da raggiungere, calcolo delle ore da dedicare alla traduzione, alla gestione dei clienti, della propria immagine e contabilitĂ ; cercare un buon commercialista a cui puoi chiedere veramente OGNI cosa, e se vedi che il tuo businessplan è realizzabile da sottoporre anche quello al commercialista), allora cercare di lasciarti un lavoro parttime dove sei ora. Per iniziare. Sdoppiarti poi: in ufficio dovrai continuare ad comportarti come la tipa "pronto capo"; nella tua impresa, il capo sei tu, e i tuoi cliente non sono nĂ© superiori nĂ© inferiori a te.Per Nicoletta. I problemi pratici li ho nascosti nella frase "Vestire i panni del traduttore facendo mille mestieri diversi". Io ho fatto: la dattilografa, l'insegnante, la cameriera in ogni tipo di locale, operatrice telefonica per organizzare gli aiuti ai turisti in Italia abbonati ad un'assistenza assicurativa; di nuovo la dattilografa anche se ufficialmente ero assistente brooker; impiegata nell'archivio di un grande giornale italiano, segretaria e contabile di una piccola azienda; nel mio tempo libero ma per soldi ho tradotto vari libri; per due anni non consecutivi ho scritto articoli per la radio belga dalla Toscana; ho tradotto di tutto e di piĂą per agenzie italiane senza mai superare complessivamente pochi milioni di lire all'anno; ho fatto l'hostess a qualche congresso e forse altro che ora non mi ricordo. Non fissarsi a voler essere "oggi" una traduttrice freelance. Lo sei o non lo sei; non importa se lo fai come unico lavoro. Ma se lo fai accanto ad un altro lavoro, devi ugualmente calcolare quanto tempo ci dedichi per capire quali prezzi chiedere; quanto chiede chi lo fa come unico lavoro e capire e non dimenticare mai che quello che sai fare ha un valore che non potrĂ mai essere uguale o inferiore a quello che sa fare chiunque. Non pretendere neanche che altri riconoscano quel valore….se tu pensi di valere, dovrai fare in modo di ottenere tu stessa quel valore. Non aspettartelo dagli altri, nĂ© tanto meno da chi dovrĂ sborsare i soldi ;>)))Frauke
Cara Frauke,… nella pratica, tradurre per mestiere equivale a “studiare per soldi” …… Tradurre è comprendere ….Sono proprio questi i motivi per cui amo il mio mestiere.Grazie di questo bellissimo post!Petraa
Sono d'accordo con il tuo post! Ma vorrei aggiungere qualcosa. Per cominciare: l'italiano non è la mia lingua, scusi per gli errore! Anch'io sono traduttore (inglese, franchese, olandese). Per me è importantissimo che tutti capiscono che tradurre è un mestiere. Richiede una conoscenza ampia, precizione, stile, ecc… Quindi non basta parlare due, tre o quattro lingue per essere automaticamente un buon traduttore. Conosco persone che parlano 5 lingue ma non riescono a tradurre in alcuna lingua. Parlare piu di una lingua non basta!
Bell'articolo: bella la struttura, interessante il contenuto.Traduttrice precaria che aspira a diventare traduttrice freelance.Incrocio le dita e continuo a lavorare, studiare, leggere, girovagare sul web e approfondire quei settori che piĂą mi risultano congeniali…Grazie davvero.Sabina
Ho apprezzato molto l’articolo e anche l’intervento di Nicoletta. Anche io come lei ho un giĂ un lavoro che non ha nulla a che vedere con la traduzione e ho giĂ 40 anni. Non sono esattamente una neolaureata. Ho fatto molte cose nella vita ma non ho mai pensato di tradurre anche se la traduzione letteraria mi ha sempre affascinato.
Adesso però mi piacerebbe farlo e da qualche anno ho cominciato a approfondire la teoria e la tecnica della traduzione, da sola e con l’aiuto di corsi e workshop negli ambiti che conosco meglio perchĂ© mi appassionano e nei quali ho piĂą esperienza diretta (libri per bambini e libri di cucina).
La mia domanda è: come si fa a fare esperienza per fare curriculum, e quali sono i canali per lavorare come free-lance in questi ambiti (se si può fare).
cosetta
[…] in questo modo un articolo che nel 2010 ho scritto sul blog Tra di noi. Era appena iniziata la mia avventura – esperienza – con i traduttori e i colleghi in […]
Buongiorno, ho letto il tuo post ed è molto interessante. Mi ha fatto capire quanto sia duro il mondo del lavoro ( di cui ancora non ne faccio parte) , ma allo stesso tempo molto entusiasmante. Io sto ancora frequentando l’universitĂ di farmacia, ma per il futuro mi piacerebbe avere comunque un altro sbocco professionale e ,siccome sono madrelingua rumena ma vivo in italia, ho pensato al lavoro di traduttore. Mi sapresti consigliare da dove posso iniziare? Come posso migliorare le mie capacitĂ e come posso arrivare a guadagnare traducendo, anche part time? Grazie, aspetto la tua risposta
Ciao a tutti,
è la prima volta che scrivo qualcosa su un blog . .. a dire la veritĂ sono un po’ emmozionata 🙂
Anche’io mi sono trasferita qui in italia ormai da qualche anno e dopo tanti lavori qua e la sono riuscita a lavorare come interprete aziendale. Vorreì fare anch’io qualche esperienza come freelance ma non è per niente facile.
Avete qualche consiglio da darmi come rivolgermi ad un agenzia di traduzioni?
Grazie in anticipo.
Saluti
Lisa
L’articolo è strepitoso. O magari sono solo parte delle parole che proprio questa sera avrei voluto leggere. Ma rende incalzante l’idea che da qualche giorno ha squarciato lo scenario della mia esistenza. Parlo disinvoltamente tre lingue, ossia inglese e tedesco alla mia lingua madre. Le ho studiate da sola, durante la mia girovaga esperienza di vita. Le ho destrutturate, ri assemblate, sciolte nei bicchieri delle notti piĂą complicate. Le ho mischiate, confrontate, confuse e ritrovate. Ma non ho studiato lingue e la mia indubbia competenza non è succinta da alcun titolo o certificato. Ho iniziato a leggere in proposito. Sto facendo il diavolo in quattro e il web in otto (..mila probabilmente). Eppure non capisco ancora quale sia la migliore certificazione alla quale io possa ambire per iniziare a professionalizzare le competenze che ho seppur senza la specifica laurea di riferimento. Qualcuno saprebbe darmi dei consigli?